Esecuzione di interventi chirurgici errati o non necessari

L'esecuzione di interventi chirurgici non necessari alla risoluzione del problema può essere una causa di malasanità anche quando l'intervento è tecnicamente ben riuscito.

Se la prestazione sanitaria, in generale, non è commisurata alle condizioni del paziente, poiché non preceduta da un adeguato trattamento preparatorio, né seguita da un corretto trattamento di riabilitazione, i danni che ne conseguono sono risarcibili economicamente.

Le conseguenze di interventi chirurgici errati o non necessari ricadono anche sulla sfera personale del paziente, provocandogli una lesione ingiustificata ed una inutile sofferenza psico-fisica, rilevando un caso di DIAGNOSI ERRATA O MANCATA DIAGNOSI.

La cronaca riporta alcuni casi di malasanità dovuti all'esecuzione di interventi chirurgici non necessari.

Nel 2007, ad una ragazza di Palermo, per errore è stato asportato il timo invece della tiroide malata di tumore. (Fonte: La Sicilia Web)

L'ospedale San Luca di Vallo della Lucania in provincia di Salerno è stato condannato a pagare un risarcimento di 283 mila euro ad una donna di 53 anni, a causa di un intervento sbagliato alla tiroide eseguito nel 2012. (Fonte: L'Occhio di Salerno)

Un'altra vicenda è avvenuta nel 2016 a Roma, dove un sessantenne è morto dopo un trapianto di cuore, poiché per errore gli era stato impiantato un organo già infartuato. (Fonte: La Repubblica)

Nel caso di danni causati dall'esecuzione di interventi chirurgici errati o non necessari, è possibile valutare la gravità dell'errore medico e richiedere un indennizzo.

L'associazione ERMES offre supporto socio-psicologico e consulenza medico-legale gratuita per valutare casi di malasanità dovuti all'esecuzione di interventi chirurgici errati o non necessari, offendo la possibilità di richiedere un risarcimento dei danni come previsto dalla normativa italiana.

Errori per mancata diagnosi si possono verificare anche in ONCOLOGIA.